Nicolas Jaar

Sirens

2016 (Other People)
elettronica, idm

Nonostante i suoi ventisei anni, Nicolas Jaar (classe 1990) è ormai riconosciuto come un esponente di primo piano della moderna scena elettronica mondiale; ruolo conquistato grazie a due album, l'inatteso esordio synth-pop-jazz "Space Is Only Noise" (2011) e il sorprendente "Pomegranates" - colonna sonora di "Sayat Nova", film del 1968 di Sergej Iosifovič Paradžanov - che hanno mostrato un musicista dotato, nonostante la sua giovanissima età, di una maturità e di una cultura musicale insospettabile.

Il terzo Lp - "Sirens" - in certi momenti sembra persino superare le già ottime aspettative e ci consegna un musicista - ormai pienamente maturo - alle prese col suo passato, con quello della sua famiglia e della sua nazione; il Cile dal quale fuggì bambino insieme ai familiari a causa della sanguinosa dittatura di Pinochet. "Sirens" è un flusso continuo di idee, di ricordi autobiografici, di storia personale e storia nazionale ("Ho trovato ossa rotte sui lati della strada"), di sentimenti e di paure (i ricordi dei bambini arrestati insieme ai genitori, divenuti poi tutti "desaparecidos"), di dialoghi tra padre e figlio ("Abbiamo creato un mostro"), di lotte di popoli represse nel sangue e di vittorie tradite. La frase presente nella copertina ("Abbiamo già detto no ma il sì è ovunque") è emblematica; riferita al plebiscito del 1988 con cui il popolo cileno disse no alla riconferma di Pinochet, indica quanto possa essere fragile e temporanea la conquista della libertà, in quanto i pericoli di un ritorno alla dittatura sono ovunque.  

Jaar conferma la sua importanza nella scena odierna grazie a due motivi; riesce, partendo da esperienze personali, a essere attuale e lanciare un monito ai contemporanei (quello che è successo a lui si ripeterà); inoltre "Sirens", con la sua grande varietà di influenze molto diverse rispetto i suoi primi due album (post-punk, new wave, ambient, doo-wop), mostra un musicista dotato di una capacità di rinnovamento invidiabile.
Fin dall'iniziale "Killing Time" si intuisce quanto Nicolas Jaar sia fondamentalmente diverso e atipico rispetto la sua generazione; strutture non convenzionali, rumori di sottofondo, rapidi flussi di note che si interrompono in scie elettroniche soppiantate da delicate note di piano; infine, un canto malinconico e soffuso.

"Killing Time" è un brano senza tempo, in quanto - pur descrivendo una visione personale del proprio passato vissuto in costante pericolo - parla della condizione comune di milioni di uomini, di generazioni passate, presenti e future; quello che è successo alla famiglia di Jaar è già accaduto infinite volte, si ripete oggi tutti i giorni e si ripeterà in futuro. Il canto diventa sempre più etereo e sussurrato, quasi inconsistente e in contraddizione con la rabbia e la paura che avrebbe potuto produrre urla e violenza. La denuncia di Jaar non è rabbiosa, non è un inutile urlo nel deserto; è una riflessione sincera e matura sull'animo umano che supera i confini nazionali e personali.
"The Governor" ha un andamento new wave con aspetti decisamente più europei che cileni o americani; il sax sofferto finale riesce a essere allo stesso bizzarro e straziante. "No" mostra gli aspetti più latini di Jaar e descrive i dialoghi tra lui bambino e il padre. I ritmi latini scompaiono del tutto in "Three Sides Of Nazareth", il brano più potente di "Sirens"; l'elettronica ossessiva ricorda l'energia post-punk o la new wave più depressa.  

Il finale "History Lesson" spiazza del tutto; c'è da chiedersi il perché della scelta di chiudere con un brano doo-wop con sottofondo elettronico. Ma i testi crudi e sintetici spiegano tutto; Jaar usa i ritmi di una musica leggera e spensierata per veicolare messaggi di cupa rassegnazione, in ricordo di chi non ce l'ha fatta, di chi non è sopravvissuto; un certo Frank Zappa, circa mezzo secolo fa, aveva fatto cose molto simili, in tempi e contesti assolutamente differenti.

13/10/2016

Tracklist

  1. Killing Time 
  2. The Governor 
  3. Leaves 
  4. No 
  5. Three Sides Of Nazareth 
  6. History Lesson

Nicolas Jaar sul web